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Referendum: alla ricerca di un giudice, per la liberta’ di voto. Presentati ricorsi a Tar e Cassazione per dividere quesito in parti separate.

Referendum: alla ricerca di un giudice, per la liberta’ di voto. Presentati ricorsi a Tar e Cassazione per dividere quesito in parti separate.

 Insieme al professor Fulco Lanchester, con il quale ho promosso nei mesi scorsi la richiesta di referendum per parti separate (cosiddetto “spacchettamento”), abbiamo depositato due ricorsi per chiedere il rinvio della procedura referendaria e permettere alla Corte costituzionale di giudicare se il quesito unico nega la libertà di voto dei cittadini e vada, quindi, diviso.

Oltre al ricorso al Tar Lazio, che sarà discusso a meta novembre probabilmente insieme a quello presentato dal presidente Onida, è stato presentato un ricorso anche all’Ufficio centrale per il referendum presso la Corta di Cassazione.
Il Tar Lazio, nella recente sentenza in cui si era dichiarato incompetente sulle questioni relative al quesito referendario, ha infatti indicato la Cassazione come giudice competente

Questa la mia dichiarazione congiunta insieme a Fulco Lanchester
“Con questi due ricorsi proseguiamo il percorso che ci vede impegnati sin da gennaio per difendere la libertà di voto, nostra e degli italiani, e consentire che il referendum costituzionale sia un’occasione di vero confronto democratico e di crescita istituzionale.

Come previsto, le palesi lacune e contraddizioni della procedura referendaria disciplinata dalla legge 352 del 1970 rischiano di minare alla radice la democraticità stessa del voto del prossimo 4 dicembre. Si poteva intervenire per tempo, ma né il Governo né il Parlamento lo hanno fatto, anzi, abbiamo assistito all’utilizzo spregiudicato proprio di quelle lacune legislative.

Oggi ci troviamo, quindi, alla ricerca di un giudice che risponda nel merito alle nostre richieste, anziché dichiararsi incompetente. Siamo certi che, se la questione venisse portata davanti alla Corte costituzionale, dalla Consulta arriverebbe un chiarimento utile anche a svelenire il clima politico e restituire centralità all’interesse generale.

Quello che da subito riterremo inaccettabile, sarebbe scoprire che l’Italia non garantisce alcuna tutela ai cittadini che vogliano difendere i loro diritti costituzionali perché nessun tribunale si ritiene competente. Un’eventualità sempre più probabile ma ancor più inaccettabile perché, come abbiamo segnalato nei nostri ricorsi, contraria agli obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese, ovvero il Patto internazionale sui diritti civili e politici, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e il Codice di buona condotta sui referendum del Consiglio d’Europa “.

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© Mario Staderini by [zu']

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