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Duran Adam al Quirinale, passando per Napoli – ottava settimana

Duran Adam al Quirinale, passando per Napoli – ottava settimana

Questa settimana il Duran Adam per restituire i diritti referendari ai cittadini fa tappa a Napoli.

Stamane Giuseppe Alterio, Roberto Gaudioso e Rosa Criscuolo dell’associazione radicale Per la grande Napoli, consegneranno al Sindaco De Magistris e ai consiglieri comunali un dossier relativo alla negazione dei diritti di iniziativa popolare nel capoluogo parteneopeo. E hanno annunciato che poi rimarranno in Duran Adam in piazza del Municipio anche a sostegno dell’iniziativa avviata a livello nazionale il 13 maggio scorso davanti al Quirinale.

Se nella storia del Comune di Napoli non si è mai svolto un referendum, infatti, la colpa non è certo della pigrizia dei napoletani.

In realtà, è lo stesso Statuto comunale e il “Regolamento per la partecipazione e la consultazione dei cittadini” a porre una serie di ingiustificati e discriminatori ostacoli a chi vuole promuovere referendum comunali e delibere di iniziativa popolare.

In particolare, il numero di sottoscrizioni necessarie, proibitivo nel caso dei referendum e abnorme per le delibere di iniziativa popolare, e la procedura imposta per poterle raccogliere.

Per i referendum lo Statuto prevede un minimo di 20 mila firme, pari al 2% dei residenti, mentre a Roma e Milano sono richieste sottoscrizioni pari all’1% dei residenti. Per le delibere di iniziativa popolare, a Napoli sono richieste diecimila firme (sono pari al’1% della popolazione), mentre a Roma e Milano ne bastano cinquemila (pari allo 0,17% della popolazione), a Palermo e Genova duemila (pari allo 0,3%), a Torino millecinquecento (pari allo 0,17%,).

L’altro ostacolo insormontabile è la mancanza di autenticatori disponibili a stare ai banchetti, visto che il Regolamento impone la presenza di un pubblico ufficiale che però non ha alcun obbligo di mettersi a disposizione. Ne tantomeno l’Amministrazione è in grado, come chiesi insieme ai compagni napoletani quando ero segretario radicale sia nel 2013 che nel 2014, di garantire un servizio pubblico di autenticazione all’esterno degli edifici comunali o, un Albo degli autenticatori.

L’urgenza, la situazione democraticamente intollerabile, sarà quindi sottoposta al Sindaco e a chi potrebbe, con poche righe, rimuovere gli ostacoli esistenti anche a livello comunale, ad esempio modificando il Regolamento per introdurre la firma online e consentire ai Comitati promotori, come avviene in Svizzera, negli Stati Uniti e persino nella Repubblica di San Marino, di indicare dei cittadini delegati ad attestare la veridicità delle firme raccolte.

Rendere agibili, a livello nazionale come a quello locale, gli strumenti di democrazia diretta è anche una risposta alla crisi che vivono le democrazie in questo momento storico. Sabotando referendum e iniziative popolari, si fa fallire la democrazia, anche quella rappresentativa.

 

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© Mario Staderini by [zu']

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