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Duran Adam, sesta settimana- Si torna al Quirinale con Filomena Gallo

Duran Adam, sesta settimana- Si torna al Quirinale con Filomena Gallo

“Rivogliamo i nostri diritti referendari”.  Con questo obiettivo lo scorso 13 maggio è iniziato il Duran Adam davanti al Quirinale, proseguito dal 2 giugno di fronte al Parlamento in occasione delle votazioni sulla legge elettorale.

Oggi, sabato 17 giugno, si torna davanti al Quirinale, dove ho accompagnato la segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo,  per consegnare un dossier al Presidente della Repubblica in cui si documenta quanto le leggi e le istituzioni dello Stato limitino fortemente la possibilità di godimento dei diritti civili e politici, non solo i referendum ma anche le leggi d’iniziativa popolare.

In particolare, è stato reso noto il confronto in corso con la Presidenza della Camera in merito alla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della cannabis, consegnata in Parlamento insieme a Radicali italiani lo scorso novembre e corredata  da 67 mila sottoscrizioni dei cittadini.

Gli ostacoli  previsti dalla legge 352 del 1970 in materia di autenticazione, vidimazione e certificazione delle firme – fuori dagli standard democratici internazionali- non solo impediscono oramai ai cittadini di promuovere referendum, ma estendono i loro effetti negativi anche sulle leggi di iniziativa popolare

Consegnato il dossier, siamo rimasti in attesa praticando il Duran Adam, cui nelle scorse settimane hanno partecipato altri cittadini.

Tra questi Marco Gentili, Co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, che lo scorso 20 maggio consegnò una sua lettera al Presidente Mattarella per rappresentare come l’introduzione della possibilità di firmare telematicamente i referendum sia l’unico modo di esercitare un diritto costituzionale per tutti coloro che vivono una grave limitazione fisica.

Qui la diretta Fcb garantita da Paolo Breccia, protagonista nelle scorse settimane di un Duran Adam davanti al Parlamento.

Nelle stesse ore del Duran Adam, decine di volontari di Radicali italiani e altre associazioni sono nelle piazze italiane per raccogliere firme sulla legge di iniziativa popolare “Ero straniero” e sul referendum sul trasporto pubblico romano, lottando contro gli ostacoli di legge, così come per l’iniziativa popolare per la separazione delle carriere dei magistrati del Partito radicale e delle Camere penali.

Uno stralcio delle lettera di Filomena Gallo

“Con lettera del 31 maggio 2017- scrive Filomena Gallo al Presidente Mattarella-  la Presidente Boldrini ci ha comunicato che le attività di controllo delle firme da parte degli uffici della Camera dei deputati, a causa della ” complessa attività di verifica prevista in base alla normativa vigente”, richiedono tempi lunghi.

Se per gli uffici della Camera è difficile il controllo per le procedure irragionevoli previste dalla legge 352 del 1970, immagini, Presidente, quanto possa essere proibitivo per i promotori.

Nella sua lettera, la Presidente Boldrini riconosce che le firme presenti sui moduli validi sono 52.435 (al netto quindi delle firme raccolte su moduli non considerati validi per la data di vidimazione che però molto spesso è precedente a quella di autenticazione delle firme), ovvero un numero comunque superiore alle 50 mila previste dall’articolo 71 della Costituzione. Purtroppo però, gli oneri arbitrari e ingiustificati previsti dalla legge, allungano a dismisura i tempi dei controlli e rischiano persino di pregiudicare i diritti dei 67 mila cittadini che hanno promosso l’iniziativa popolare.

Una situazione, questa, che Le rappresento perché democraticamente incomprensibile: in un momento storico in cui la sfiducia nelle istituzioni ha superato i livelli di guardia, come testimoniato dalle sempre più basse affluenze elettorali, quei cittadini che invece vogliono partecipare alla vita politica del Paese devono combattere costantemente contro gli ostacoli frapposti dalla legge e dalle istituzioni. Peraltro dopo che dal 1979 ad oggi, su oltre 260 proposte di legge di iniziativa popolare depositare, il Parlamento ne ha discusse ed approvate meno del 2%. Gli oneri di autenticazione, vidimazione e certificazione preventiva e individuale non sono previsti in nessun Paese al mondo, sono fuori dagli standard democratici internazionali, rappresentano una limitazione dei diritti previsti dalla Costituzione e una probabile violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici ratificato dall’Italia nel 1978, come a breve il Comitato diritti umani dell’Onu potrebbe riconoscere”

 

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© Mario Staderini by [zu']

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