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Lessig, la democrazia USA e la primavera democratica

Lessig ha ritirato la candidatura a Presidente degli Stati Uniti, la democrazia USA sta messa peggio del previsto, un fiume di dollari determinerà le prossime elezioni americane, ma la primavera è alle porte.

Questo, in sintesi, quanto accaduto di là dell’Atlantico da agosto ad oggi.

Ma ripercorriamo i fatti.

Questa estate il professore di diritto a Harvard e guru della Rete, Lawrence Lessig, annuncia l’intenzione di candidarsi presidente alle Primarie del Partito Democratico per far approvare una sola, precisa, riforma: il Citizen Equality Act. Secondo Lessig, infatti, gli Stati Uniti non sono più una democrazia rappresentativa perché il sistema di finanziamento delle elezioni permette a poche centinaia di persone ricche di decidere chi gli elettori potranno votare. E siccome nessuna grande riforma (sul clima, sull’uso delle armi, sulla politica estera) sarà mai possibile senza prima cambiare questo sistema, il Citizen Equality Act è la prima tra le priorità perchè farà tornare tutti i cittadini uguali almeno nel momento elettorale.

Per sostenere questa battaglia, Lessig annuncia che se raccoglierà 1 milione di dollari tramite crowdfunding in un mese formalizzerà la sua candidatura.  L’obiettivo viene raggiunto e la campagna Lessig 2016 comincia ad attirare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, anche internazionale.

Il dichiarato obiettivo è quello di partecipare al dibattito televisivo tra i candidati alle primarie del Partito Democratico: Lessig infatti è una celebrità della Rete, ma deve portare il suo tema ad essere conosciuto al grande pubblico televisivo.

Al primo dibattito, però, il Partito Democratico esclude Lessig sebbene tra i cinque partecipanti almeno due abbiano raccolto meno soldi e consensi di lui. Senza darsi per vinto, Lessig raggiunge i parametri per partecipare al dibattito: superare l’1% dei consensi in almeno tre sondaggi nazionali nelle sei settimane precedenti al dibattito. A questo punto però il Partito Democratico cambia le regole in corsa, indicando che i sondaggi dovevano essere fatti sei settimane prima del dibattito. Nel frattempo, due dei 5 partecipanti ufficiali alle primarie si ritirano, e rimangono solo in tre (!): Hillary Clinton, Bernie Sanders e O’Malley. Oramai è evidente che il Partito democratico non vuole Lessig perché non vuole che il tema del finanziamento dei candidati sia al centro del dibattito.

Lessig, che nel frattempo ha lasciato per un anno l’università rinunciando allo stipendio, si ritira per oggettiva impraticabilità del campo.

Morale n 1: tutto il mondo è paese. Anche negli Usa, quando un tema è scomodo, colui che lo porta avanti viene ostacolato in ogni modo. Tutte le rilevazioni concordano nell’indicare che almeno il 75% degli americani ritiene urgente cambiare il sistema di finanziamento della politica perché corruttivo.

Morale n 2:  difficile che il regime, il sistema di potere che vuoi riformare permetta facilmente che tu ne possa chiedere il cambiamento.

Tutto finito, allora, rimane solo la rassegnazione o imbracciare i fucili? Nient’affatto!

Dalla lotta di Lessig è nata una primavera democratica. Le tante personalità e organizzazioni che credono in questa idea, hanno convocato per l’aprile 2016 quella che potrebbe essere la più grande disobbedienza civile degli ultimi decenni di storia americana. L’appuntamento è davanti al Campidoglio e al Congresso per chiedere il Citizen Equality Act: sono già mille le persone che hanno annunciato che parteciperanno e che sono pronte nonviolentemente a farsi arrestare.  Ne vedremo delle belle.

Go Larry Go!

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© Mario Staderini by [zu']

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