Processo Meredith, Staderini: quanto costano i processi Meredith, Cogne e Garlasco?
Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani
È stato sufficiente che un processo di quelli che piacciono ai media coinvolgesse una vittima inglese ed una imputata statunitense affinchè l’opinione pubblica mondiale accendesse i riflettori sul processo penale italiano e rendesse evidente il “Caso Italia” che noi Radicali denunciamo da anni.
È un’ occasione da cogliere al volo, anziché ridurla a miopi nazionalismi, per intervenire sui limiti strutturali del nostro sistema giudiziario, quello dei 10 milioni di processi pendenti, delle 200 mila prescrizioni l’anno e del 50% di detenuti in attesa di giudizio .
Sul NY Times due tra i piu’ eminenti professori di diritto penale del mondo (George Fletcher della Columbia University ed Alan Dershowitz di Harvard University) hanno definito il sistema processuale penale un pericoloso esempio di mostro giuridico che consente all’accusa di tratteggiare a piacimento la personalita’ dell’imputato dinanzi alla giuria. Paul Ciolino, il più famoso penalista americano venuto in Italia per conto della CBS, ha ritenuto le indagini della polizia scientifica di Perugia un disastro, prive di prove e con indizi senza valore.
Se una Riforma della giustizia non è più rinviabile, è giusto però cominciare anche a chiedersi quanti soldi e quante risorse umane sono stati spesi per il processo per l’omicidio di Meredith; e quanti per i processi Cogne e Garlasco?
A fronte di milioni di italiani vittime della malagiustizia italiana, che non vedranno mai accertata la verità su reati che non interessano ai media ma che minano alla radice la convivenza civile, si impone la valutazione degli enormi costi per processi che spesso riguardano imputati dalla bassa pericolosità sociale.
Ed ancora: quanto sono costate alla Rai le decine di morbose puntate di approfondimento ed i servizi quasi giornalieri sui telegiornali? E quanto hanno influito “sul” e “nel” processo? Si fossero usate quelle ore per dibattere del “problema” giustizia oggi avremmo di certo alternative di riforma su cui far scegliere gli italiani.
Non possiamo permetterci che sia il salotto di Porta a Porta a dettare, oltre che l’agenda politica, anche quella giudiziaria, con l’ulteriore pericolo dell’identificazione dell’organo giurisdizionale con la platea dei telespettatori.
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