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Presidente Mattarella,è questo il momento di restituirci i referendum !

Presidente Mattarella,è questo il momento di restituirci i referendum !

Signor Presidente della Repubblica,

il prossimo 30 settembre scadrà il termine annuale previsto dalla legge n 352/1970 per depositare le richieste di referendum abrogativi nazionale all’Ufficio centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione.  Anche quest’anno, come oramai dal 2010, nessuna richiesta di referendum nazionale verrà depositata da cittadini, anche organizzati, che non facciamo parte di un grande partito o sindacato. Gli ostacoli posti dalla stessa legge n. 352/1970, in particolare l’onere di autenticare le firme in presenza di un pubblico ufficiale che le autentichi, rendono impossibile persino progettare una campagna referendaria.

Per questo motivo, dal 13 maggio scorso, insieme ad altri cittadini Le abbiamo documentato le cause di questa negazione dei diritti garantiti dagli articoli 71 e 75 della Costituzione, presentando anche le soluzioni che sono a portata di mano, o meglio, di Parlamento.

Da oltre quattro mesi, ogni settimana davanti al Quirinale siamo letteralmente rimasti in piedi (duran adam in lingua turca, dove è nata questa pratica) ad aspettare una sua risposta a questa domanda: “Cosa deve fare un cittadino italiano che si vede negato un diritto fondamentale e che si è rivolto invano a tutte le istituzioni di questo Paese?”

Hanno partecipato a questa iniziativa Filomena Gallo e Marco Gentili (segretaria e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni) l’ex senatore radicale Marco Perduca,  Leonardo Monaco(segretario dell’associazione Certi diritti), Michele Capano (tesoriere di Radicali italiani), i militanti storici Paolo Breccia (a volte anche “cameramen”), Romano Scozzafava e Leopoldo Grifeo Machina, il giovanissimo Mattia Moro, l’attivista Susanna Sordini. Lo hanno sostenuto, anche a difesa dei diritti referendari locali, a Milano Marco Cappato e Barbara Bonvicini (segretaria dell’associazione Enzo Tortora), successivamente a Napoli l’associazione per la grande Napoli, con Roberto Gaudioso, Rosa Criscuolo e Giuseppe Alterio.

Come confermato dal professor Michele Ainis lo scorso 16 luglio su L’Espresso, oramai in Italia il diritto di promuovere referendum a livello nazionale è monopolio di partiti e sindacati, mentre ai cittadini è di fatto impedito anche solo raccogliere le firme, a causa delle procedure discriminatorie di una legge di 47 anni fa.

Lo scorso luglio, anche l’Unione europea  ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per gli ostacoli che pone all’esercizio del diritto di iniziativa dei cittadini europei, in particolare nella possibilità di firmare online. Quella italiana, dunque, è una sistematica e strutturale avversità ai diritti politici dei cittadini.

Il superamento delle procedure discriminatorie e irragionevoli previste dalla legge n 352/1970 è, oggi, concretamente realizzabile. In questi giorni, infatti, è ripresa alla Camera dei deputati la discussione per le modifiche alla legge elettorale.

Basterebbe inserire in quel testo poche righe per modificare anche quelle parti della procedura referendaria che impediscono l’esercizio del diritto costituzionale. Ad esempio, sostituendo l’autenticazione delle firme da parte di un pubblico ufficiale con l’indicazione da parte del Comitato promotore di cittadini delegati che attesteranno la veridicità delle sottoscrizioni raccolte. Così come introdurre la possibilità di firmare in via telematica, ad esempio con gli strumenti già oggi utilizzati per ricevere servizi dalle istituzioni pubbliche.

Purtroppo, il testo delle modifiche alla legge elettorale presentato alla Camera a prima firma del capogruppo del Partito Democratico, Rosato, non prevede nulla di tutto ciò: non lo prevede per i referendum cosi come non lo prevede per la presentazione delle liste elettorali. Eppure sia il testo inizialmente presentato dal Presidente Mazziotti, sia quello che successivamente era stato portato in Aula, prevedevano importanti novità sulla raccolta firme, oggi non più presenti.

Siamo consapevoli, signor Presidente, del modo rigoroso in cui Ella sta esercitando le sue funzioni, non intervenendo nel dibattito politico. In questo caso, però, siamo di fronte alla negazione di un diritto costituzionale, il cui esercizio viene impedito dalla mancata rimozione da una legge di 47 anni fa di ostacoli discriminatori e irragionevoli.

Per questo, signor Presidente, anche centinaia di cittadini, attraverso l’appello presente su www.referendumact.it, stanno rivolgendosi a Lei perché rivogliono un diritto democratico fondamentale, consapevoli delle forme che la Costituzione le riconosce per essere loro Garante, sino alla facoltà di cui all’articolo 87 della Carta costituzionale (messaggio alle Camere).

Confidando in una sua risposta, in un suo intervento

Con Osservanza

Mario Staderini

Roma, 23 settembre 2017

SE VUOI CHIEDERE ANCHE TU AL PRESIDENTE MATTARELLA DI INTERVENIRE

FIRMA QUI        WWW.REFERENDUMACT.IT

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