Perché non ho votato Giachetti Reviewed by Momizat on . Alcuni compagni radicali non romani mi chiedono se alle ultime comunali di Roma io abbia votato per Roberto Giachetti. Passate le elezioni, spiego qui quello ch Alcuni compagni radicali non romani mi chiedono se alle ultime comunali di Roma io abbia votato per Roberto Giachetti. Passate le elezioni, spiego qui quello ch Rating: 0
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Perché non ho votato Giachetti

Perché non ho votato Giachetti

Alcuni compagni radicali non romani mi chiedono se alle ultime comunali di Roma io abbia votato per Roberto Giachetti. Passate le elezioni, spiego qui quello che già anticipai alle riunioni di direzione e di Comitato di Radicali italiani nei mesi precedenti il voto.

Sono romano e radicale e, in quanto tale, da dieci anni mi occupo attivamente della mia città. Tra iniziative di denuncia e proposta – alcune vinte, molte perse- ho maturato una convinzione precisa: il degrado strutturale in cui versa Roma è il risultato delle criminogene politiche urbanistiche e dei trasporti perseguite senza interruzione negli ultimi venti anni. Servite per foraggiare le clientele partitocratiche e i poteri dominanti (costruttori, monnezzari, Vaticano etc), hanno lasciato macerie amministrative e debiti, sia finanziari che ecologici. Nel dettaglio:

Metro C: il vero pozzo nero dove sono finiti tutti i soldi destinati alle infrastrutture della mobilità, 3.7 miliardi di euro erogati al consorzio che unisce le principali imprese di costruzioni italiane (la Vianini di Caltagirone, Astaldi, le Cooperative, Ansaldo, più alcune migliaia di società in subappalto). Progetto dimostratosi subito fallimentare, dal 2006 ha avuto due unici profeti di sventura: il sottoscritto e Riccardo Magi. Più smentivamo date di consegna e costi annunciati, più avevamo ragione, maggiore era il silenzio complice delle altre forze politiche, da Veltroni a Marino passando per Alemanno. Ebbene, anche oggi la facile profezia è che la Metro C non potrà essere completata, probabilmente neanche fino al Colosseo (dove peraltro si prevede non prima del 2022!). L’unica cosa da fare è fermarsi, salvare il salvabile (ad esempio facendo di San Giovanni un hub per i tram) e comunicare alle imprese la revoca dell’appalto e chiedere loro di risarcire il danno. L’alternativa è regalare qualche altro miliardo di euro per la gioia dei soliti.

Grandi opere: incubi che ritornano e che occorre presto soffiare via. La nuvola di Fuksas, ad esempio: costata a tal punto (250 milioni di euro) da portare in bancarotta l’ente EUR, di fatto non ha futuro, perché non c’è una domanda di congressi tale da sostenerne i costi e perché mancano le infrastrutture connesse al suo funzionamento. Oppure la Nuova Fiera di Roma: costata oltre 350 milioni di euro, continua a drenare soldi e spazi pubblici senza alcuna utilità. In questi e negli altri casi, è urgente ammettere che si è fallito e ripensare il tutto.

Olimpiadi: sono l’unico modo per continuare, almeno per un paio di anni, a finanziare lo stesso sistema perverso sopra descritto, a cominciare dalla Metro C.  Due parole su Malagò e Montezemolo, visto che li ho incrociati nella mia attività politica. Nel 2011 mi costituì parte civile in nome del Comune di Roma contro di lui, nel procedimento penale per abusi edilizi connessi ai Mondiali di nuoto, perché il Sindaco Alemanno non volle farlo, anzi si oppose fino in Cassazione alla mia presenza in giudizio. Di Montezemolo, invece, mi son dovuto occupare per lo scandalo di Italia 90 e le sue conseguenze sul sistema calcio.

Stadio della As Roma: l’attuale progetto è una speculazione dannosa che favorisce solo il palazzinaro e la banca di turno, compromettendo ulteriormente la mobilità. Soluzione alternative ce ne sono, come ad esempio farlo alla Nuova Fiera di Roma, dove già ci sono le infrastrutture. Certo, bisognerebbe ammettere che è stata un fallimento e accettare che il potente non ci mangi nuovamente.

Questo quanto da me detto su Roma nelle riunioni di Radicali italiani (ad esempio nella direzione di marzo) in vista delle recenti amministrative, ed è noto che la mia posizione fosse contraria a entrare in coalizioni con il Partito democratico e favorevole a tre candidature autonome di radicali a sindaco di Roma, Milano e Napoli, con uno scontro a partire dalle questioni di democrazia e di diritto, rispetto alle quali Renzi e il suo partito sono identici ai loro predecessori quanto a disinteresse, se non avversione.

Queste cose ho avuto persino la fortuna di dirle direttamente a Roberto Giachetti nel corso del Comitato nazionale di Radicali italiani dell’aprile 2016, affermando che a Roma secondo me si poteva rinunciare a una nostra candidatura autonoma solo se:  i) ci fosse stato da parte sua, se non da Renzi, quel riconoscimento politico ai Radicali che Zingaretti non volle fare a Berardo e Rossodivita; ii) fosse pronto a discontinuità su grandi opere, in particolare sulla Metro C. Terminai pure dicendo che, comprendendo le sue difficoltà visto da chi era sostenuto sul secondo punto, almeno firmasse il referendum sulle Olimpiadi.

Roberto mi rispose subito sulle grandi opere, evitando qualsiasi discontinuità e sulla Metro C affermando che “non è una cazzata, si è dimostrata un’opera complicata ma il problema è di chi l’ha gestita, non che il progetto, il tracciato sia sbagliato.[..] La Metro C oramai c’è, non è che la possiamo cancellare”. Sul riconoscimento politico ai Radicali di essere stati diversi negli ultimi dieci anni di Roma mentre gli altri rubavano e mettevano la testa sotto la sabbia, invece, nulla di fatto. Sul referendum, ribadì che non lo firmava perché oramai era troppo tardi, decisione già presa. Conseguentemente, presentai un emendamento alla mozione finale del Comitato con cui chiedevo di eliminare la valutazione positiva nel merito dell’intervento che Giachetti aveva fatto. L’emendamento fu respinto per due voti.

Arrivati poi al ballottaggio, Roberto Giachetti ha effettuato un cambio di passo della sua campagna elettorale, con un piglio più deciso, da candidato vero, che tecnicamente ho apprezzato. Quello che non ho potuto apprezzare, come si potrà immaginare, è stata l’indicazione netta, quasi ossessiva, delle sue  priorità: Metro C, Olimpiadi, stadio della As Roma. In pratica, tutto quello che ritengo sbagliato per la mia città.

Per queste ragioni, proprio perché so che Roberto è un politico serio che fa quello che dice, ho votato la lista “Radicali -laici ecologisti federalisti “ ma non Giachetti.

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© Mario Staderini by [zu']

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